I dati analizzati da Rapporto Giovani 2017 rivelano che quello che i giovani italiani auspicano è molto più vicino a quanto riescono a fare i coetanei europei rispetto a quanto le condizioni che trovano in Italia consentano ad essi effettivamente di realizzare. In larga maggioranza vorrebbero prima dei 30 anni aver guadagnato un’indipendenza solida dai genitori, aver formato un proprio nucleo familiare e avere già avuto il primo figlio. Il continuo rinvio è un compromesso al ribasso, dato per scontato e accettato da tutti, ma con il rischio di corrodere le possibilità di una piena realizzazione dei propri progetti di vita. Un tema particolarmente importante anche per l’impatto che il continuo rinvio dei progetti di vita delle nuove generazioni produce sulla riduzione della già particolarmente bassa fecondità italiana.

I due aspetti su cui mettiamo in relazione intenzioni e realizzazione dei giovani nel compimento del processo di transizione all’età adulta sono il raggiungimento dell’autonomia residenziale e la nascita di un figlio. Lo facciamo utilizzando i dati dell’indagine generale del Rapporto Giovani condotta a ottobre 2016 su un campione rappresentativo di 6.172 persone di età compresa fra i 19 e i 34 anni (per dettagli sul campione si rinvia alla Nota metodologica a fine volume), in prosecuzione longitudinale dell’indagine condotta nel 2015. Tale rilevazione include un insieme di domande dettagliate su aspettative, preferenze e comportamenti.
Tra le varie domande è stato chiesto agli intervistati quale ritengano sia l’età ideale per lasciare la casa dei genitori («Quale pensi sia per un giovane l’età più adatta, avendo tutte le condizioni oggettive per farlo, per lasciare la casa dei genitori?») e per dare alla luce il primo figlio («Quale pensi sia per una donna/uomo l’età adatta, considerando tutte le condizioni oggettive favorevoli, per avere il primo figlio?»).
Come è ben noto, i giovani italiani rimangono a lungo a vivere con i genitori. Mentre in molti altri paesi europei (come Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Paesi Scandinavi) la maggioranza lascia la famiglia di origine prima dei 25 anni, nel nostro paese è diventata condizione comune rimanere in famiglia sino ai 30 anni.

Oltre il 90% degli intervistati ritiene che l’età più auspicabile per uscire dalla casa dei genitori sia prima dei 30 anni, ovvero prima dell’età in cui mediamente tale evento viene vissuto in Italia.
Ancor più interessante osservare come oltre la metà dei giovani affermi che sia bene lasciare la famiglia di origine prima dei 25 anni.

Le età indicate come ideali per diventare genitore evidenziano come la conquista dell’autonomia residenziale sia considerata un elemento imprescindibile per diventare poi genitore. Anche in questo caso, tuttavia, i risultati sono maggiormente in favore di una genitorialità meno tardiva rispetto a quando poi effettivamente realizzato. I dati dell’indagine indicano come oltre il 60% dei rispondenti sia in favore di una prima maternità prima del compimento dei 30 anni per una donna e solo il 6,5% indichi come età ideale al primo figlio un’età pari a 35 anni o più per una madre. I dati sulla fecondità realizzata risultano invece sensibilmente diversi mostrando con un’età media al primo figlio delle donne italiane oramai attorno ai 32 anni, anche questo uno dei dati più elevati in Europa.