Quando Enrico Mattei, fondatore e visionario di Eni, investì sui giacimenti di petrolio e sulle riserve di gas si domandò come presentare al mondo la sua azienda. Quale logo avrebbe identificato Eni? Lo chiese a tutti gli italiani con un concorso di idee, il cui montepremi venne stabilito di 10 milioni di lire (corrispondenti a 160mila euro). In poche settimane arrivarono oltre 4mila bozzetti. Nel settembre del 1952 la seduta conclusiva decretò il vincitore: il Cane a sei zampe, una sintesi grafica che esprime forza e ottimismo, valori dell’Italia stava vivendo il suo miracolo economico.

Eni coinvolge ancora gli italiani scommettendo sulla crescita del Paese. Oggi l’Italia non vive più lo stesso fermento di crescita ma l’origine della storia di Eni è rimasta. Come? Accompagnando i giovani, studenti e neolaureandi, nella conoscenza del mondo del lavoro. La cornice dei progetti Eni è tracciata dall’introduzione del Jobs Act e della legge sulla Buona Scuola. Entro il 2018 saranno 5.200 i giovani coinvolti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro di Eni.

Particolare riguardo è riservato alle professioni di tipo tecnico e alle competenze professionali e relazionali, particolarmente utili nel mondo del lavoro. Eni ha siglato nel 2016 un protocollo con il ministero dell’Istruzione e quello del Lavoro, che prevede non solo i percorsi di alternanza ma anche l’attivazione di contratti di apprendistato di primo livello.

L’anno scorso l’azienda ha organizzato attività di alternanza già per 1.200 studenti. Un’attenzione particolare viene destinata agli studenti del Sud Italia per i quali sono state programmate molte attività di alternanza per il triennio 2016-2018. Per le scuole che gravitano nell’ambito territoriale dei siti Eni di Gela (CL) e Viggiano (PZ), sono già in calendario iniziative che coinvolgeranno almeno 700 studenti della Sicilia e 800 studenti della Basilicata. I giovani possono conoscere le principali attività operative e i profili professionali che operano in azienda, raccontati e descritti direttamente da chi lavora in Eni anche attraverso la visita agli impianti produttivi. Tra le tematiche affrontate le attività tecniche di estrazione idrocarburi, processi di raffinazione, sicurezza d’impianti e ambientale, energie rinnovabili. Questo è il cuore del programma formativo.

Tutte le iniziative che Eni alimenta con il mondo accademico e con la scuola vogliono contribuire allo sviluppo di un sistema di educazione duale, all’orientamento degli studenti e a fornire risposte alle istanze dei territorio dove Eni opera.

La più antica scuola di formazione post lauream italiana è stata proprio la Scuola di Studi Superiori Sugli Idrocarburi di Eni, istituita nel 1957 e successivamente ridenominata Scuola Mattei, embrione dell’attuale Eni Corporate University, che ancora oggi, dopo 60 anni, eroga il Master in Management ed Economia dell’Energia e dell’Ambiente che in 60 anni ha formato 2.900 studenti di 110 nazionalità diverse di cui circa metà italiani.

E per essere assunti che possibilità ci sono? Le lauree maggiormente richieste sono quelle in ingegneria, geologia e economia. Soprattutto per i siti operativi Eni ricerca anche diplomati, in larga prevalenza provenienti da istituti tecnici industriali. Richieste la conoscenza dell’inglese e la piena disponibilità alla mobilità nazionale e internazionale. Un periodo di lavoro all’estero è considerato uno step fondamentale del percorso di carriera della giovani risorse tecniche. Oltre alla competenze tecniche servono però anche caratteristiche personali, come la capacità di lavorare in gruppo, spirito di iniziativa, flessibilità e orientamento al risultato in un contesto multiculturale e ad alta complessità tecnica quale è Eni.

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