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Nel 2014, a margine dell’edizione annuale del Rapporto Giovani, è stato condotto un approfondimento mirato sul tema “giovani e impegno sociale”. Ne è emerso un quadro incoraggiante, che vede le nuove generazioni alla ricerca di un modo in cui spendersi per la comunità. I motivi sono molteplici: giocano un ruolo importante fattori come il desiderio di riconoscimento sociale e il senso di appartenenza, ma a spingere i giovani a partecipare è anche una buona dose di lungimiranza. Oggi il mondo del lavoro richiede competenze tecniche ma anche attitudini personali ben precise, e i giovani sono consapevoli del fatto che studiare non è più sufficiente. Una buona capacità organizzativa, di adattamento e di reazione agli imprevisti si impara anche con l’esperienza, e in questo senso l’impegno civico può rivelarsi un’ottima palestra.

Secondo quando emerso dall’indagine, “l’impegno sociale dei giovani oggi segue strade diverse dal passato: i giovani preferiscono organizzazioni meno strutturate, calate nei contesti territoriali, alle grandi associazioni a carattere nazionale. La possibilità di attuare un processo trasformativo e di cambiamento, del quale sentirsi protagonisti a pieno titolo, sembra essere la motivazione che spinge maggiormente all’impegno. Tra le caratteristiche distintive dell’impegno giovanile si evidenzia anche un forte interesse per settori quali l’educazione, l’integrazione, la tutela dell’ambiente e della cultura”.

Proprio per la sua stretta attualità, il tema della partecipazione è al centro della 92a Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, in previsione per il prossimo 10 aprile. Lo slogan dell’edizione 2016 è “Nell’Italia di domani io ci sarò”, e sono già in atto una serie di iniziative volte a valorizzare questo aspetto della vita comunitaria. In prima linea, naturalmente, ci sono i ragazzi. Alcuni di loro, in particolare, sono protagonisti di un progetto partito a dicembre 2015, che li accompagnerà fino ai primi di aprile. Si tratta di Extra Campus, una web serie promossa dall’Università Cattolica che ai suoi studenti lancia una sfida: cosa puoi fare, tu, per migliorare il contesto in cui vivi? Quale sarà il tuo contributo alla società?

Per il momento hanno risposto in cinque, ognuno con un desiderio da realizzare entro la primavera. Si chiamano Leonardo, Carlotta, Pietro, Federico e Anna, e nei prossimi mesi racconteranno le loro vicissitudini alle telecamere di Extra Campus. Per seguirli basta tenere d’occhio il canale Youtube di Iomichiamoitalia, dove sono già presenti le prime puntate della serie. Viste da vicino, le cinque sfide rivelano un’attenzione mirata soprattutto al problema dell’integrazione, senza dimenticare temi come la promozione della cultura, dell’arte, della bellezza. Ecco in cosa hanno deciso di cimentarsi.

Leonardo si improvviserà coiffeur, e metterà il suo talento con le forbici al servizio degli anziani. Per ora è uno studente di economia con una discreta passione per i tagli (di capelli, s’intende), ma conta di diventare più esperto nelle prossime settimane. «All’inizio non mi ero reso conto della portata di questa impresa… – commenta – poi mi sono detto, perché non migliorare le mie abilità come parrucchiere? Alla fine ho solamente da imparare da tutta questa esperienza». Carlotta invece nasce psicologa, e affronta la sua sfida sui campi di calcetto: l’obiettivo è organizzare un torneo che coinvolga i richiedenti asilo di Milano. «Da due anni faccio volontariato con i profughi che arrivano in Stazione Centrale – spiega –, per loro il calcio è un bel modo di occupare il tempo, dato che non possono lavorare».

L’arte è al centro della sfida affrontata da Pietro, economista nonché corridore (ma solo quando è stressato). Pietro sta setacciando tutta la città in cerca di artisti di strada, che porterà a esibirsi in centro Milano: «Nel mio collegio universitario abbiamo organizzato una raccolta di indumenti per l’Opera San Francesco, che poi si è evoluta in un progetto di volontariato. Nel corso di questa iniziativa, sono venuto in contatto con degli artisti di strada, e da lì mi è venuta l’idea». Federico è un altro sognatore rubato all’economia, nel suo caso con il pallino della musica. Riuscirà a portare dietro le quinte della Scala una classe delle sue (ex) scuole elementari? Federico ci spera, e con lui una trentina di ragazzini: «Volevo fare qualcosa che coinvolgesse dei bambini, e mi è sembrato più logico farlo con una scuola che conosco bene, trattandosi della mia».

Infine Anna, odontoiatra, che ha nel cassetto il sogno di un concerto a Roma, la sua città. Vorrebbe vedere sul palco un’esibizione che unisca artisti italiani e richiedenti asilo. «L’idea del concerto mi è venuta perché conosco un gruppo di ragazzi italiani che suona spesso – racconta – , e quando mi sono trovata con dei richiedenti asilo ho notato che amavano cantare fra loro, così ho pensato di unire le due cose».

A tutti loro, restano tre mesi per portare a compimento il proprio progetto. Le sfide rimaste aperte, però, sono ancora tante, e le telecamere di Extra Campus rimangono accese in cerca di nuovi sognatori.