Matteo Pirovano, 24 anni
Dopo due tirocini è stato assunto con un contratto a tempo determinato presso “Vidas”.

In Vidas mi occupo della manutenzione nella struttura e delle consegne dei farmaci. È un lavoro perfetto per me perché non sono mai riuscito a stare fermo. La scuola mi pesava per questo: sei ore seduto a un banco, senza poter alzarmi, o davanti al computer. Il pomeriggio avevo bisogno di uscire, di vedere gli amici, di muovermi e non studiavo. Ma tornando indietro e vedendo tutta la fatica che ho fatto per trovare un lavoro credo che cercherei di adeguarmi, soprattutto di capire che non esiste solo il presente. La verità è che a 16 anni sei troppo giovane e non te ne rendi conto, almeno io ero così. La cosa bella di questo lavoro è che la mattina mi sveglio e sono felice: sento i miei amici lamentarsi, per me non è così. Io arrivo anche prima del mio orario perché ho voglia di incominciare, di vedere i colleghi, di affrontare la giornata. All’inizio facevo fatica a organizzarmi, non sapevo come gestire le mansioni, non sono mai stato uno bravo a rispettare le scadenze, ma ora ci sono riuscito, altrimenti non mi avrebbero proposto né il rinnovo del tirocinio, né il contratto a tempo determinato. Non tornerei mai al periodo che ho passato in casa senza studiare e lavorare. Mi svegliavo la mattina e mi chiedevo: e adesso che cosa faccio? Sì, porti il curriculum, cerchi su internet. I miei mi dicevano di non mollare. Ma scoraggiarsi è facile perché tutte le volte sembra che ci sia qualcuno che ha più esperienza di te. Spero di continuare in Vidas ma, in ogni caso, grazie a questa opportunità, ora l’esperienza ce l’ho anche io e non escludo di frequentare una scuola serale e prendere il diploma, devo solo essere ancora un po’ più sicuro di essere davvero cambiato anche rispetto alla scuola.

 
Domenica Taccone, 24 anni.
Svolge il tirocinio presso l’“Associazione San Vincenzo De Paoli”.

Sono la mamma di una bimba di tre anni. È una gioia quotidiana ma se non hai un diploma e sei anche mamma trovare lavoro è una corsa ad ostacoli. Ho fatto qualche lavoretto come cameriera ma poi ho avuto la bambina e mi sono fermata. Pensavo che nessuno mi avrebbe più chiamato e invece mi hanno proposto questo tirocinio. Non è un posto di responsabilità, né è quello che desidero fare perché per ora mi occupo delle pulizie. Però non mi pesa perché l’ambiente è bellissimo e il mio tutor è diventato una persona di riferimento, non solo nel lavoro: mi sostiene, mi consiglia. Mi piace scherzare con i colleghi, ritrovarmi ogni giorno con loro.  Stare fuori dal mercato del lavoro e anche dalla scuola ti dà molta sfiducia, avevo bisogno di rimettermi un po’ in gioco, di alzarmi la mattina con uno scopo. Questa esperienza mi sta servendo a questo: a ritrovare energia, a incontrare persone, a darmi la spinta. Ora sono pronta a fare qualcos’altro: il mio sogno è lavorare in cucina. A gennaio finalmente inizio un corso e ho fiducia che succederanno delle cose belle.