Il Pianeta “Neet” in Italia


I dati proposti in questa pagina sono stati estratti dal volume
La Condizione Giovanile in Italia – Rapporto Giovani 2014”.
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Non studiano, non lavorano, ma sono anche molto più infelici dei loro coetanei: è questa la condizione dei cosiddetti Neet (l’acronimo sta per Not Engaged in Education, Employment or Training), che nel 2013, secondo i dati Eurostat, hanno raggiunto quota 2,4 milioni, pari al 26 % dei giovani tra i 15 e i 29 anni (erano il 19% nel 2007: solo Bulgaria e Grecia presentano valori peggiori dei nostri). Un esercito che rischia ormai la marginalizzazione cronica, caratterizzata non solo da deprivazione materiale e carenza di prospettive ma anche di depressione psicologica e disagio emotivo.
I nuovi dati del Rapporto Giovani, la grande indagine curata dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con Ipsos e il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, esplorano la preoccupante condizione di questa fascia di giovani anche in relazione ai loro coetanei. L’indagine è stata condotta tra la fine del 2013 e l’ inizio del 2014 su un campione di 2350 giovani di età 19-29 anni.
Coerentemente con la geografia della disoccupazione italiana, la percentuale più alta si osserva al Sud e nelle Isole (29.2%). La maggior parte dei Neet intervistati è celibe/nubile, ma esiste anche una quota rilevante di coniugati (quasi uno/a su cinque). La distribuzione rispetto al sesso evidenzia una generale prevalenza femminile. Spesso tra i Neet vi è un’alta percentuale di donne che escono dal mondo del lavoro e dallo studio per accudire i propri figli.
I risultati mostrano come la fiducia nelle istituzioni sia molto bassa in tutti i giovani. In particolare, si conferma la bocciatura delle istituzioni politiche. Nonostante le promesse dei politici, la condizione dei giovani non è mai stata problematica come oggi e questo evidentemente pesa sul loro giudizio e sulla loro fiducia.

 


Grado di fiducia verso le istituzioni. Voto da 1 a 10. Valori medi.

       Neet
Non Neet
Istituzioni politiche
2
2.8
Comune e regione
2.9
3.5
Unione europea
3.1
4.1
Scuola e università
4
4.8
Forze dell’ordine
4.8
5
La scuola e l’università sono poco sotto, ma chi non studia e non lavora tende ad avere un’opinione meno favorevole del sistema formativo. C’è più fiducia nei confronti dell’Europa e delle amministrazioni locali, e questo perché la responsabilità maggiore di quanto non funziona forse viene attribuita più alle inadempienze nazionali che a quelle europee o locali. 
Il tema “felicità”. Mentre i “non Neet” si dichiarano abbastanza o molto felici in misura di tre su quattro, tra i Neet il valore precipita: oltre uno su tre tra le donne e quasi uno su due tra gli uomini si dichiara per nulla o poco felice.

 


Percentuale di giovani 19-29 anni che si ritiene abbastanza o molto felice.

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A conferma di questo dato vengono le risposte sulla “fiducia nelle persone”. In generale è poca per tutti giovani, ma se tra le “non Neet” meno di una su tre afferma che gran parte delle persone è degna di fiducia, tra le Neet si scende a una su quattro. Nelle donne il senso di isolamento è particolarmente avvertito. Meglio la situazione tra i maschi, ma non di molto.

 


Percentuale di giovani 19-29 anni che è abbastanza o molto in accordo con l’affermazione “Gran parte delle persone è degna di fiducia”.

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Se si chiede di esprimere il grado di fiducia verso le persone più vicine e con le quali più si interagisce nella propria quotidianità l’81.4% dei “non Neet” si dichiara fiducioso, mentre tra i Neet i valori sono di ben 10 punti percentuali più bassi: 70,7% tra i maschi, 67,7% tra le femmine. Questo sta ad indicare che nonostante le difficoltà oggettive e un quadro sociale considerato sfavorevole, la realtà meno logorata resta quella della comunità più stretta, le relazioni amicali e familiari. Sono queste l’unico vero sostegno, ma per quanto ancora?


Percentuale di giovani 19-29 anni che è abbastanza o molto soddisfatto del rapporto che ha avuto con le persone che li circondano.

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“In Italia non solo si sta allargando la condizione di Neet – osserva il prof. Alessandro Rosina tra i curatori dell’indagine – ma, come conseguenza delle difficoltà del ceto medio, anche le famiglie si trovano sempre più in difficoltà a svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale nei confronti dei giovani”. “Nel perdurare della crisi economica, – aggiunge Rosina – in combinazione con la cronica carenza di politiche attive (siamo al quartultimo posto in Europa come investimenti su tale voce), questo segmento della popolazione rischia non solo di allargarsi sempre di più ma anche di scivolare sempre più in profondità in una condizione che mescola frustrazione personale e risentimento sociale. La politica, soprattutto su questa fascia di giovani, deve agire in tempi brevi e in modo incisivo”.

 

Picture credit: [© Flazingo Photos on Flickr / CC BY-SA 2.0]