Focus: giovani e volontariato

Natesh Ramasamy CC BY 2.0


I dati proposti in questa pagina sono un focus extra del volume
La Condizione Giovanile in Italia – Rapporto Giovani 2014”.
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I dati del Rapporto Giovani 2013 ci mostrano che circa due terzi dei giovani non ha mai fatto esperienze di volontariato e del terzo restante solo il 6% vi si dedica attualmente e abitualmente. Se vogliamo, tuttavia, descrivere la partecipazione giovanile in modo coerente e attendibile, è necessario innanzitutto guardare al nuovo contesto sociale in cui si è giovani oggi e valutare le specifiche modalità che i giovani adottano per esercitare il proprio protagonismo e impegno civico.
Se è così, diventa per guardare al panorama variegato che le forme di impegno hanno assunto nei giovani.
L’impegno sociale dei giovani segue strade diverse: i giovani preferiscono organizzazioni meno strutturate, calate nei contesti territoriali, alle grandi associazioni a carattere nazionale. La possibilità di attuare un processo trasformativo e di cambiamento, del quale sentirsi protagonisti a pieno titolo, sembra essere la motivazione che spinge maggiormente all’impegno. Tra le caratteristiche distintive dell’impegno giovanile si evidenzia anche un forte interesse per settori quali l’educazione, l’integrazione, la tutela dell’ambiente e della cultura.
Un discorso a parte merita la partecipazione politica tout court, in quel caso infatti il disinvestimento giovanile è ben documentato. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare circa il disinteresse per il mondo della politica, alcune ricerche più recenti dicono che questa nuova generazione di giovani non è priva di una dimensione politica ma che piuttosto mostra un calo di interesse nei confronti della politica intesa come sistema di partiti, come meccanismo elettorale, ma non della politica come valore e come interesse per il sociale nelle sue dimensioni etiche e di servizio.
La condizione peggiore per i giovani italiani è quella di rimanere inattivi e inoperosi senza vere opportunità per mettere alla prova le proprie abilità, il proprio saper essere e saper fare. Infatti, la maggioranza dei giovani italiani presenta una grande volontà di essere attiva e partecipativa e una forte predisposizione all’intraprendenza.
Non incoraggiare questo atteggiamento per mancanza di attenzione pubblica, inefficienze del mercato del lavoro, carenza di adeguati strumenti e occasioni rischia di produrre frustrazione e demotivazione oltre che impoverire le competenze, il capitale umano e sociale.
Partecipazione e attività dei giovani vanno incoraggiate in ogni ambito, non solo in quello strettamente lavorativo. È però anche vero che una delle principali preoccupazioni dei giovani è quella di costruire le premesse di un futuro occupazionale solido all’interno di un percorso di transizione alla vita adulta arricchente anche dal punto di vista relazionale e sociale.
Negli ultimi anni nei giovani stessi è aumentata la consapevolezza che il successo professionale non dipende solo dal titolo di studio, ma anche da competenze che si acquisiscono fuori dalle mura scolastiche mettendosi direttamente alla prova con la realtà lavorativa e sociale.
Questi motivi, assieme al desiderio di riconoscimento sociale e al senso di appartenenza comunitaria, hanno fatto crescere negli ultimi anni l’attenzione dei giovani verso attività di volontariato e di servizio civile. Dove questa predisposizione viene incoraggiata e sostenuta da proposte di valore e in sintonia con nuove sensibilità e interessi delle nuove generazioni si è osserva anche una crescita effettiva di partecipazione.
L’impressione è che in Italia ci sia una ampia domanda di partecipazione sociale dei giovani che non ha finora trovata adeguati strumenti di valorizzazione, come abbiamo sottolineato in precedenti ricerche (si vedano in particolare l’edizione 2013 e 2014 del Rapporto giovani dell’Istituto G. Toniolo: “La condizione giovanile in Italia”, editore il Mulino).
I dati della ricerca di approfondimento del “Rapporto giovani” condotta a fine 2014 confermano ulteriormente questa impressione arricchendo ulteriormente il quadro in relazione anche alle nuove proposte del Governo, in particolare al “Servizio civile universale”.

 


L’INDAGINE: “Partecipazione sociale e Servizio civile universale dei giovani italiani”

L’indagine è stata condotta su campione di 1.783 persone ed è rappresentativa su scala nazionale dei giovani tra i 19 e i 30 anni.
I dati confermano come solo una parte limitata dei giovani intervistati stia svolgendo o abbia svolto un’esperienza di servizio civile (11,7%) e come circa la metà dei giovani (50,2%) non abbia mai svolto attività di nessun tipo in ambito sociale.

 


 

Hai mai fatto/stai facendo esperienze di volontariato o servizio civile?

  Percentuale
No, mai 50.2
Si, ho svolto/sto svolgendo esperienze di volontariato 38.0
Si, ho svolto/sto svolgendo esperienze di servizio civile 6.6
Si, ho svolto/sto svolgendo sia esperienze di volontariato che di servizio civile 5.1
Totale 100.0
 Valori che risultano molto più bassi rispetto all’interesse dichiarato dai giovani stessi attraverso un’offerta adeguata.
Ben l’80,4% degli intervistati si dichiara infatti “molto” o “abbastanza” d’accordo con il fatto che per tutti i giovani sia utile fare un’esperienza di impegno civico a favore della propria comunità, anche senza compenso in denaro.

 


 

Quanto concordi con l’idea che per tutti i giovani sia utile fare un’esperienza di impegno civico a favore della comunità?

  Percentuale
1 Molto 35.5
2 Abbastanza 44.9
3 Poco 16.4
4 Per nulla 3.2
Totale 100.0
Si sale all’85% tra le donne (75% per i maschi) e all’84% al Sud e nel Centro (più basso al Nord: 76%).
Pochi attualmente conoscono bene il “servizio civile universale” che il Governo progetta di attivare: meno del 10%; poco più del 35% ne ha sentito parlare vagamente.

 


Il governo italiano sta promuovendo il “Servizio Civile Universale”. Sai di cosa si tratta?

  Percentuale
1 sì bene 9.8
2 sì ma solo vagamente 36.2
3 no 54.0
Totale 100.0

 


 GLI ASPETTI PIU’ UTILI E IMPORTANTI DEL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE

Gli aspetti considerati più importanti per un’esperienza di questo tipo sono prima di tutto quello di “aiutare i giovani a crescere come persone” (96% concordano “molto” o “abbastanza” con questa affermazione) seguito dall’”arricchire le competenze utili per la vita sociale e lavorativa” (95%) e dall’incentivare la formazione di “cittadini attivi e intraprendenti” (94.3%). Molto alti, pur venendo dopo, sono anche gli aspetti più rivolti alle ricadute positive della propria azione verso gli altri (“esprimere valori di solidarietà” e “rafforzare il senso di comunità”, rispettivamente al 93.9 e al 92.0%). La remunerazione non è l’aspetto più importante , anche se raggiunge una percentuale comunque piuttosto elevata l’87.9%.
Emerge quindi una particolare attenzione al valore di crescita, formativo e attivante a beneficio di chi lo svolge. Un forte segnale di riconoscimento che si fa qualcosa di utile per la comunità ma che è, prima ancora, molto arricchente per se stessi.
Gli aspetti positivi dell’impegno civico e sociale sono maggiormente riconosciuti dalle donne e nell’Italia centrale. Le differenze emergono soprattutto quando ci si focalizza su chi risponde “molto”. Le frequenze del Centro e del Sud risultano in generale più elevate rispetto al Nord. Emergono inoltre differenze anche sugli aspetti considerati più importanti.
Nel Sud il consenso maggiore lo ottiene l’essere “occasione per arricchire conoscenze e competenze utili anche nel mondo del lavoro” mentre nel Nord prevale l’importanza di “aiutare i giovani a crescere come persone”. L’aspetto di utilità per il lavoro tende quindi ad essere maggiormente sentita nel Mezzogiorno. In ogni caso, anche nel Sud dove le condizioni di lavoro e di reddito sono più penalizzanti, chi considera molto importante avere una remunerazione è la minoranza.
I valori civici risultano invece più forti nel Centro: l’affermazione “stimolare i giovani a diventare cittadini attivi” e “rafforzare il senso di appartenenza alla comunità” raccoglie molti più consensi qui rispetto alle altre ripartizioni.

 


Il servizio civile universale è importante e utile nella misura in cui consente di… 

(percentuale di chi ha risposto “molto” o “abbastanza”)
  Uomini Donne Totale
crescere come persone 94.2 97.9 96.0
arricchire competenze utili per vita sociale e lavoro 93.1 96.9 95.0
diventare cittadini attivi e intraprendenti 91.6 96.9 94.3
esprimere valori di solidarietà 91.5 96.2 93.9
rafforzare senso appartenenza comunità 90.2 94.0 92.0
avere una remunerazione (come un lavoretto) 86.9 89.0 87.9

 

 


DISPONIBILITA’ A SVOLGERLO

Il maggior valore attribuito al “Servizio civile universale” al Centro e al Sud ha riscontro anche sulla propensione a prenderlo in considerazione concretamente: circa il 75% lo consiglierebbe senz’altro ad un amico (si scende di 12 punti percentuali nel Nord). Differenze simili emergono per genere: 80% per le femmine e 70% per i maschi.
Dichiara di essere subito disposto a prenderlo in considerazione più della metà dei giovani del Sud contro poco meno di uno su quattro al Nord. In ogni caso chi si dice assolutamente non interessato è solo una stretta minoranza degli intervistati (11% al Nord, 4% al Centro e 3% al Sud). Molti lo prenderebbero in considerazione se non avessero attualmente vincoli lavorativi o di altro tipo. In ogni caso i più direttamente disponibili sono gli under 25 (15 punti sopra rispetto agli over 25 intervistati).

 


LO CONSIGLIERESTI AD UN AMICO?

  Percentuale
1 Si 75.2
2 No 3.2
3 Forse 21.6
Totale 100.0

 


 TU LO FARESTI?

  Percentuale
1 Si, mi interessa 37.4
2 Si, se non avessi vincoli (di salute, lavoro, ecc.) 42.1
3 No, non sono interessato 6.5
4 Non saprei al momento (vorrei informarmi/valutare meglio) 14.1
Totale 100.0

 


Tu faresti il servizio civile universale? PER GENERE

 

  Uomini Donne Totale
1 Si, mi interessa 33.3 41.5 37.4
2 Si, se non avessi vincoli (di salute, lavoro, ecc.) 46.0 38.1 42.1
3 No, non sono interessato 7.8 5.2 6.5
4 Non saprei al momento (vorrei informarmi/valutare meglio) 12.9 15.2 14.0
Totale 100.0 100.0 100.0

 

 


6c – Tu faresti il servizio civile universale. PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

  Nord Centro Sud Totale
1 Si, mi interessa 23.0 37.1 52.2 37.4
2 Si, se non avessi vincoli (di salute, lavoro, ecc.) 49.6 44.5 33.4 42.1
3 No, non sono interessato 11.1 4.2 2.8 6.5
4 Non saprei al momento (vorrei informarmi/valutare meglio) 16.3 14.3 11.6 14.0
Totale 100.0 100.0 100.0 100.0

 

 


6d – Tu faresti il servizio civile universale. PER FASCIA D’ETA’

  ≤ 25 >25 Totale
1 Si, mi interessa 45.8 30.9 37.4
2 Si, se non avessi vincoli (di salute, lavoro, ecc.) 35.2 47.4 42.1
3 No, non sono interessato 5.9 6.9 6.5
4 Non saprei al momento (vorrei informarmi/valutare meglio) 13.1 14.8 14.0
Totale 100.0 100.0 100.0

 

 


6e – Tu faresti il servizio civile universale. PER TITOLO DI STUDIO

  Obbligo Diploma superiore Laurea Totale
1 Si, mi interessa 34.6 40.7 33.4 37.4
2 Si, se non avessi vincoli (di salute, lavoro, ecc.) 42.8 40.3 45.6 42.1
3 No, non sono interessato 5.4 6.0 9.9 6.5
4 Non saprei al momento (vorrei informarmi/valutare meglio) 17.2 13.0 11.1 14.0
Totale 100.0 100.0 100.0 100.0

 


APPROFONDIMENTO SUI NEET

I giovani che non studiano e non lavorano (i NEET) – quelli che maggiormente hanno necessità di trovare strumenti di attivazione – risultano essere i meno informati sul Servizio civile universale (meno del 5% lo conosce bene, circa la metà rispetto agli altri giovani).
Ne riconoscono però l’utilità, seppur su livelli minori rispetto agli altri giovani.
Tra gli aspetti che considerano molto importanti di tale programma c’è il fatto di “aiutare i giovani a crescere come persone” (62,7%), l’”essere anche un’occasione per arricchire conoscenze e competenze utili per la vita sociale e lavorativa” (60,1%), e lo stimolare i giovani a diventare cittadini attivi e intraprendenti (57,7%).
Emerge quindi il desiderio di essere attivi e l’interesse per strumenti di stimolo alla crescita e all’intraprendenza, oltre che concretamente utili per migliorare competenze spendibili sul mondo del lavoro. Più del resto dei giovani (51% rispetto al 43,6%) assegna molta importanza all’aspetto della remunerazione.
Pur essendo i NEET meno informati rispetto agli altri giovani e un po’ meno convinti della ricchezza in sé dell’impegno sociale, risultano in ogni caso molto interessati al “servizio civile universale”: rispetto al resto dei giovani sono di più sia quelli che vorrebbero valutare meglio (20,7% contro il 14,1%) sia quelli che manifestano un diretto e immediato interesse (52,6% contro 36,4).

Qui la sintesi completa “Volontariato e impegno civico nei giovani” a cura di Elena Marta.