I giovani, tanto più in questo momento storico di grande incertezza, hanno bisogno di segnali positivi e incoraggianti verso di loro e i temi che riguardano il loro futuro“, afferma Alessandro Rosina, professore ordinario di demografia e statistica sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e coordinatore scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, nell’intervista rilasciata a Sir il 18 ottobre 2021.

La riflessione nasce in occasione della 49ª Settimanale sociale dei cattolici italiani, che si svolgerà a Taranto dal 21 al 24 ottobre.

[…] A loro volta i giovani come possono essere protagonisti della Settimana sociale di Taranto? Sono portatori di quale interesse? C’è un loro ascolto? Come renderli protagonisti e responsabili del futuro anche nel nostro mondo?

Per rispondere parto dal titolo della Settimana sociale. Vengono elencati temi che stanno al centro delle sfide che riguardano il mondo, l’Europa e l’Italia. Ma si sottolinea anche che #tuttoèconnesso, il che rimanda all’idea che non si possa parlare di uno di essi senza chiamare in causa anche gli altri temi. Ovvero serve una visione sistemica, non ipersemplificata, del mondo che cambia e delle risposte per trasformare il cambiamento in miglioramento”.

“Ma nessun miglioramento è davvero possibile se non con le nuove generazioni e nella direzione del miglioramento della loro capacità di essere e fare. Le nuove generazioni, oltre che ponte tra presente e futuro, vanno, infatti, considerate i principali agenti di connessione tra il lavoro dignitoso, da un lato, e il contributo qualificato alla transizione verde. In proposito vorrei citare uno studio”.

“Una ricerca promossa dall’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo in collaborazione con Sofidel, a partire dai dati di un’indagine condotta da Ipsos lo scorso giugno, evidenzia come il desiderio dei ventenni sia quello di trovare valorizzazione personale, anche economica, con preferenza però per aziende che mostrino un impegno positivo verso l’ambiente e l’impatto sociale. Se si conferma, infatti, al primo posto la preoccupazione per il reddito (concorda il 64%), al secondo posto si trova l’importanza che il lavoro offra “un’occasione per dare il tuo contributo nel mondo”, in un’azienda con valori che si condividono (60%)”.

Qui l’intervista completa – SIR (18 ottobre 2021)