Jessica Ollio è di Condofuri (RC) e frequenta il III anno di Economia e management internazionale (Facoltà di Economia e giurisprudenza) a Piacenza. Ha fatto l’esperienza del Collegio Sant’Isidoro.

– Che cosa hai provato appena ti è stato comunicato che avresti ricevuto la Borsa di studio?
Il primo sentimento provato è stato di incredulità; non riuscivo a credere che fosse realmente possibile, ero convinta fosse uno scherzo o uno sbaglio. Successivamente, ho provato sollievo, ho preso consapevolezza del fatto che avrei potuto pagarmi gli studi per un po’ di tempo e quindi aiutare la mia famiglia. Una volta presa coscienza, ho avuto gratitudine e speranza.
– Che cosa ti fa pensare il fatto che ci sono degli adulti che decidono di incoraggiare il tuo percorso di studi con una disinteressata generosità?
Più che pensare, mi ha dato modo di sperare che ci sia ancora gente adulta che crede in noi. Che crede in questa generazione tanto additata e criticata. Sapere che ci sono ancora persone che “scommettono” su di noi, che credono in noi così tanto da farci questo dono, mi fa credere che ci sia ancora possibilità.
– Quali i progetti per l’anno prossimo?
Innanzitutto finirò gli studi. Concluderò il percorso intrapreso tre anni fa e successivamente vorrei fare un apprendistato o un altro stage e nel mentre decidere che specialistica intraprendere e dove.

 

Chiara Mapelli ha frequentato il I anno del corso di Economia e gestione aziendale (Facoltà di Economia) nelle sede UC di Milano. È di Busto Arsizio (VA).
– Che cosa hai provato appena ti è stato comunicato che avresti ricevuto la Borsa di studio?
Appena ho ricevuto la comunicazione della notizia sono rimasta molto sorpresa, non mi aspettavo proprio di ricevere questa Borsa di studio. La mia sorpresa però si è trasformata subito in tanta gioia e contentezza, soprattutto dopo aver scoperto che i fondi per le Borse di studio sono donati da sostenitori e amici dell’università in memoria dei loro parenti defunti. Ora sento che il mio impegno nello studio deve essere ancora più grande perché ho la consapevolezza che, oltre ai miei genitori e alle persone che mi stanno vicino, anche i miei donatori sono interessati ai miei studi e al mio futuro. Questo è sia una soddisfazione e motivo di orgoglio personale, ma è anche una responsabilità: so che dovrò impegnarmi non solo per me stessa, ma anche per loro. Credo che sia il modo migliore per dimostrare loro la mia gratitudine.
– Che cosa ti fa pensare il fatto che ci sono degli adulti che decidono di incoraggiare il tuo percorso di studi con una disinteressata generosità?
Questo gesto mi ha fatto molto riflettere, credo che non sia da tutti decidere di interessarsi a uno studente sconosciuto e di sostenerlo anche economicamente nel percorso di laurea. È un atto di grande generosità e altruismo, fatto probabilmente da persone a cui la vita ha dato tanto, e che decidono di restituire agli altri parte di quello che hanno ricevuto. Il gesto di questo dono è forse ciò che più rende speciale la Borsa: è un gesto di attenzione verso gli altri, inaspettato, che fa molto piacere e che riempie il cuore di riconoscenza.
– Quali i progetti per l’anno prossimo?
L’anno prossimo ho intenzione di dedicare molto tempo allo studio così da poter approfondire di più le mie conoscenze. Vorrei inoltre continuare gli studi della lingua cinese, già iniziati alle scuole superiori, dando il Business Chinese Test di livello intermedio alla prima data disponibile. Inoltre l’estate prossima mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero, per migliorare la conoscenza delle lingue straniere e magari per dare con anticipo alcuni esami del terzo anno. Oltre all’università continuerò a fare l’educatrice in oratorio dei ragazzi di prima superiore perché credo che questa sia un’esperienza importante, che mi permette di aiutare a crescere (e di crescere a mia volta) tanti ragazzi con i valori della fede cattolica.

 

Patrizia Sanpietro è di Frescarolo (PV), è una maestra in pensione ed è venuta in contatto col Toniolo attraverso il Concorso per le scuole cui ha partecipato con le sue classi per alcuni anni. Aveva già istituito una borsa in memoria (dei suoi genitori) lo scorso anno, mentre quest’anno l’ha istituita col marito in memoria del papà e della zia di lui.
– Che esperienza è donare?
Donare è concretizzare un ideale di amore e di solidarietà cristiana in un gesto spontaneo che nasce dal cuore. Donare è rendere tangibile un aiuto fatto con gioia, gioia che poi è la vera ricompensa dell’atto stesso del dare. Donare è ancora più significativo quando non viene chiesto ma chi dona sa di regalare una speranza ineguagliabile: quella che accende le menti ed i cuori e fa credere nella bontà dell’uomo. Si dice: “Dona, aiuta e poi dimenticatelo”. Sì, si può dimenticare ma ciò che resta nella nostra vita dopo l’esperienza del donare non si potrà mai cancellare perché ci cambia profondamente.
– Perché ha scelto di finanziare una borsa di studio?
Ho deciso di accompagnare i giovani dell’Università Cattolica con lo strumento della Borsa di Studio perché ho sempre sostenuto gli alunni meritevoli ed aiutato coloro che si trovavano in difficoltà economiche e sociali. Poterlo fare in questo modo, mi ha permesso di completare il mio percorso di solidarietà nei riguardi del prossimo. Ritengo che una Borsa di Studio a giovani studenti possa essere il giusto traguardo per me che, come ex insegnante, ho coltivato giovanissimi talenti fornendo loro le basi della conoscenza indispensabili per garantirsi traguardi più importanti e significativi, spronandoli a migliorarsi e a credere nel valore dell’istruzione. E la soddisfazione più grande è stata scoprire quante eccellenze ci siano ancora tra giovani studiosi, responsabili e capaci di progettare il futuro con tenacia, dedizione e amore nei confronti del sapere e dello studio.
– Cosa significa per lei avere istituito la borsa in memoria di una persona cara?
Aver istituito per due anni consecutivi una Borsa in memoria dei miei cari, è stato un impegno molto soddisfacente. In primo luogo, è stato un riconoscimento postumo ai miei genitori che hanno creduto nel valore del donare e dell’aiuto, riuscendo a trasmettermelo pur nella semplicità della loro vita. Poi la gratitudine per aver ricevuto questi insegnamenti e valori che mi hanno formato e fortificato, anche dai familiari di mio marito. Non si è mai sufficientemente grati ai nostri cari per tutto il loro amore e per ciò che ci hanno donato. Rendere loro omaggio in questo modo è una immensa soddisfazione e una gioia inesprimibile.

Maria Alice Baserga ha risposto così alle nostre domande:

– Che esperienza è donare?
Donare è per me una gioia quando quel dono è essenziale o utile per chi lo riceve; non per cose inutili o superflue che vengono presto abbandonate (es. i tantissimi giochi dei bimbi oggi).
Donare perchè la persona possa realizzare un suo progetto, meglio se utile anche agli altri, o sviluppare i suoi talenti o crescere nella conoscenza o competenza o avere una vita più dignitosa, questo per me è molto bello.
– Perché ha scelto di finanziare una borsa di studio?
Credo che sia molto utile aiutare i giovani intelligenti e capaci, particolarmente se non hanno possibilità economiche. Sia mio nonno paterno che mio padre avevano vinto un posto gratuito al Ghislieri di Pavia. E così mio padre ha potuto fare Medicina con ottimi risultati e poi, sempre con una borsa di studio è stato in Germania a specializzarsi. Mio padre diceva che ogni nuovo nato non è per la sua famiglia ma per il mondo. E così non si puó abortire. ( questo molto prima dell’approvazione x legge dell’aborto).
E mio padre fu nel 1946 fra i fondatori delle Società italiana ed europea di ematologia, riceveva fondi x ricerche anche dagli USA ecc.  Se non avesse potuto studiare gratuitamente tutto quello che ha fatto non ci sarebbe stato,almeno per merito suo.
– Cosa significa per lei avere istituito la borsa in memoria di una persona cara?
É stato un modo di perpetuarne la memoria, far sapere quanto teneva all’Università Cattolica per tutta la sua vita. Tra l’altro l’amica che è venuta con me sta pensando di fare una Borsa in memoria del fratello, quindi può anche essere uno stimolo per altri.
Nel mio caso specifico la famiglia della ragazza vincitrice abita nella via del cimitero dove mia mamma (di Catania) è sepolta e mi hanno detto che sarebbero andati sulla sua tomba. Essendo io lontana è una consolazione avere qualcun altro (oltre alle tre amiche anziane di Sondrio) che la ricorda.

Margherita ha risposto così alle nostre domande:

– Che cosa hai provato appena ti è stato comunicato che avresti ricevuto la Borsa di studio?

Appena ricevuta la borsa di studio, ho provato una sensazione di profonda gioia e stupore, in quanto non mi aspettavo inizialmente di ricevere questa notizia. È stato tutto così veloce, dalla chiamata, al colloquio, alla mail di conferma: quando è arrivata la telefonata, non potevo crederci!

– Che cosa ti fa pensare il fatto che ci sono degli adulti che decidono di incoraggiare il tuo percorso di studi con una disinteressata generosità?

Questo gesto di disinteressata generosità nei miei confronti, e nei confronti di tutti i ragazzi che hanno ricevuto le borse di studio in memoria, alimenta secondo me un senso di continuità tra le generazioni, una sorta di passaggio del testimone. Infatti il primo pensiero che ho avuto una volta saputo dell’iniziativa è stato che mi piacerebbe, se la professione me lo consentirà, istituire a mia volta, in futuro, una borsa di studio in memoria. Probabilmente la dedicherei a mio padre, che ho perso quando ero piccola: è stato infatti il primo a insegnarmi l’importanza di restituire tutto ciò che la vita ti ha offerto.
Inoltre posso dire che è stato sicuramente un incentivo per i miei studi, per gli esami che erano ormai alle porte. Sentire che qualcuno ha creduto così tanto in te da “scommetterci” sopra, senza voler nulla in cambio, è stata una spinta motivazionale molto forte, che mi ha permesso di superare brillantemente anche gli scogli più impegnativi, come esami del calibro di Istologia e Genetica.

– Quali i progetti per l’anno prossimo?
L’anno prossimo cercherò sicuramente di impegnarmi al massimo, come ho già fatto durante quest’anno accademico: seguendo le lezioni e rimanendo in regola con gli esami, possibilmente con la media alta che sono riuscita a raggiungere, coltivando quella che, oltre alla mia scelta di vita, è la mia passione: la medicina.