Il cinema piace alle nuove generazioni che lo considerano pienamente in linea con le proprie sensibilità e con le modalità di fruizione di spettacoli e divertimenti. Solo il 9,8% dei giovani italiani lo ritiene adatto soprattutto ad adulti e anziani. I Millennials si rivelano, inoltre, grandi consumatori di film: il 91% ne vede almeno uno a settimana,il  62% più di uno a settimana.

E’ quanto emerge dal Rapporto Giovani promosso dall’ Istituto Toniolocon il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo. L’indagine su giovani e cinema è stata commissionata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo all’Istituto Toniolo ed è stata condotta a fine luglio su un campione di 2045 persone tra i 20 e i 34 anni. I risultati sono stati presentati oggi nel corso di un evento promosso con la Fondazione Ente dello Spettacolo in occasione della 74esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Ha illustrato l’indagine Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica Sociale all’Università Cattolica e coordinatore scientifico del Rapporto Giovani, Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Massimo Locatelli, professore associato di Cinema, Fotografia, Televisione, Filmologia e Storia dei media audiovisivi Facoltà di Lettere Università Cattolica di Milano. A condurre l’incontro Lorena Bianchetti, conduttrice del programma A Sua Immagine (RaiUno).

Dalla ricerca emerge tuttavia che, seppure di rilievo, è meno frequente la visione in sala. Meno di uno su cinque (18,6%) degli intervistati va al cinema almeno due volte al mese (si sale al 23,6% tra i laureati, contro il 22% dei diplomati e il 10,5% di chi ha titolo più basso). Il desiderio di andare più frequentemente al cinema è, però, espresso dal 92,6% dei rispondenti. Le condizioni per aumentare la fruizione in sala sono soprattutto legate ai costi (46,4%) e ad agevolazioni specifiche mirate ai giovani (16,6%). La richiesta di agevolazioni tocca il valore più alto tra gli studenti (22,4%). Difficoltà e scomodità nel raggiungere la sala sono indicate solo da uno su dieci (10,5%). Le difficoltà a trovare e dedicare un tempo specifico per tale fruizione si fanno sentire per alcuni giovani (quelli più impegnati in attività lavorative e di vario tipo), ma con incidenza limitata (11,1%).

GENERI

Il genere preferito dei film è la commedia, che conquista oltre un intervistato su quattro (21,5%), con forte concordanza tra uomini (20,2%) e donne (22,8%). In seconda posizione c’è il thriller/suspense (17,5%), con spiccata differenza tra maschi (20,5%) e femmine (14,4%), e in terza posizione il fantasy (14,5%), con valori simili fra maschi (15,3%) e femmine (13,6%). Quarto posto per il genere avventura (11,8), apprezzato più sul versante maschile (15,4%) che femminile (8,1%).

Con il genere comico (indicato dal 9,1%) si torna su livelli simili tra uomini (9,6%) e donne (8,5%), idem per l’horror (8,3% complessivamente; maschi: 8,2%, femmine: 8,4%). Il genere drammatico (6,3%) fa muovere soprattutto le corde emotive femminili (8,3%, contro il 4,4% dei maschi).

Netta, invece, la differenza sul genere sentimentale, scelto dal 6,3% complessivamente, ma da appena l’1,9% dei maschi e dal 10,2 delle femmine. Molto più basse le percentuali degli altri generi.

SERIE TV

La visione delle serie TV/fiction ha superato quella dei film tra i giovani italiani, anche se in realtà esiste una forte sovrapposizione tra i due tipi di intrattenimento. Per il 35,4% degli intervistati non c’è una prevalenza, mentre per il 30,5% prevale la visione di film e per il 34,1% le serie.

Non guarda mai le serie il 5,6% degli intervistati, mentre il 19,2% le guarda raramente. Tra chi guarda le serie, il 36% usa esclusivamente la televisione; il 21,3% pur usando altri device le vede più spesso in tv; il 19,1% non ha una modalità prevalente, mentre il 23,6% usa soprattutto pc/table/smartphone.

Complessivamente, quasi il 40% degli intervistati paga un canone per la visione delle serie tv. Più specificamente: il 12,9% paga un canone che ha la visione delle serie come motivazione principale, mentre il 25,8% dispone di un pacchetto generale che comprende anche le serie tv.

LA SALA

Circa i due terzi degli intervistati (66,3%) apprezzano la versione più avanzata e ricca dell’intrattenimento cinematografico, quella della sale multiple, ipertecnologiche e dotate di molti servizi. Uno su tre continua, però, a preferire l’ambiente più rilassato delle piccole sale. I multiplex sono apprezzati soprattutto dai più giovani, è infatti preferita da tre under 25 su quattro (75,5% contro 61,4% degli over 25). La percentuale più elevata di preferenza delle sale piccole è invece raggiunta tra i laureati (42,9% contro il 29,1% dei diplomati e il 35,6% di chi si è fermato alla scuola dell’obbligo).

Tra gli stessi giovani esiste anche una distinzione tra chi intende il cinema soprattutto come un divertimento e passatempo (36%), chi soprattutto come intrattenimento in relazione con gli altri (39,8%) e chi invece apprezza soprattutto l’aspetto culturale e di arricchimento personale (24,2%).

Sul futuro del cinema in sala, provando a lanciare lo sguardo oltre alla propria generazione, i giovani appaiono divisi. Per il 53% la visione in sala manterrà una propria funzione e un proprio fascino anche in futuro, mentreil 47% pensa che più verosimilmente i film si guarderanno privatamente online e su dispositivi ipertecnologici (chi però è pienamente convinto della fine della fruizione in sala è solo il 10,9% degli intervistati). E’ interessante notare come a credere nel futuro della fruizione in sala siano soprattutto i più giovani (55,8% tra gli under 25 contro il 51,5% degli over 25) e i laureati (58,2%, contro il 53,4% dei diplomati e il 47,5% di chi ha titolo più basso).

«Le sale cinematografiche sono state a lungo riempite da persone di tutte le età. Se  davanti alla televisione, a un pc o tablet capita spesso di essere da soli, la visione del film in sala è molto più comunemente un evento collettivo con valore relazionale e condiviso – spiega Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica Sociale all’Università Cattolica e coordinatore scientifico del Rapporto Giovani-.La popolazione del cinema è costituita, infatti, soprattutto da genitori e figli, coppie, gruppi di amici. Il cinema in sala ha vissuto prima la concorrenza della TV e ora dei nuovi media, ma esso stesso si evolve e mantiene anche specificità destinate a durare.  Quella che avrebbe dovuto essere una «invention sans avenir» (invenzione senza futuro) per citare i fratelli Lumière, è stata invece capace di costruire e dominare l’immaginario collettivo di tutte le generazioni successive, giovani di oggi compresi».