Il filo rosso che unisce i vari capitoli di Rapporto Giovani 2017 è il racconto di una generazione in equilibrio precario tra rischi da cui difendersi e opportunità a cui tendere, penalizzata da freni culturali e istituzionali che non permettono una piena valorizzazione di potenzialità troppo spesso sottoutilizzate.

Cinque argomenti chiave del Rapporto Giovani sono presentati da cinque brochure tematiche:

I GIOVANI E LA FAMIGLIA

 

 

Per  i  giovani  del  nuovo  millennio  le  tappe  cruciali  di  passaggio  alla  vita  adulta  restano  quelle  di  sempre:    conquistare    l’indipendenza  dalle  generazioni  precedenti  (autonomia  dai  genitori)  e  fornire  una  continuità verso le generazioni successive (formazione della famiglia e scelte riproduttive). I  due  aspetti,  dunque,  su  cui  mettiamo  in  relazione intenzioni ed  effettiva  realizzazione  dei  giovani  nel  compimento  del  processo  di  transizione  all’età  adulta  sono  il  raggiungimento  dell’autonomia residenziale  e la nascita di un figlio. I dati dell’indagine generale del Rapporto Giovani (condotta a ottobre 2016 su un campione rappresentativo di 6172 persone di età compresa fra  i  19  e  i  34  anni)  in  prosecuzione  longitudinale dell’indagine  condotta  nel  2015,  con  riferimento  alla    domanda  «Quale  pensi  sia  per  un  giovane  l’età  più  adatta,  avendo  tutte  le  condizioni  oggettive  per farlo, per lasciare la casa dei genitori?»  ci dicono che i Millennials posticipano l’allontanamento dalla casa dei genitori a causa di difficoltà oggettive e non tanto per propria preferenza. I  motivi  prevalenti  di  chi  rimane  con  la  famiglia  di  origine  dopo  i  25  anni  non  sono  «sto  bene  così,  conservo  la  mia  libertà»,  ma  la  mancanza di mezzi per vivere autonomamente.

I NEET

Negli ultimi anni il tema del lavoro giovanile è fortemente entrato nella discussione pubblica e ha acquistato attenzione via via sempre crescente. La percentuale di giovani che, finiti gli studi, si trovano senza un lavoro in Italia ha superato il 20%. La grande eterogeneità della composizione dei Neet ha suggerito un’analisi approfondita del problema, sia attraverso l’approccio classico delle indagini sulla popolazione, sia con un approccio esplorativo innovativo, attraverso l’uso di social media data.

I GIOVANI E LA SCUOLA

Oggi più di ieri una parte importante della vita dei giovani si gioca nelle aule scolastiche e universitarie. I Millennials esprimono una visione piuttosto nitida di quello che l’istruzione può offrire loro in questa fase storica e nelle condizioni attuali della scuola e della società italiana.

Anche rispetto alla fiducia istituzionale si riscontrano differenze tra i laureati, diplomati e non diplomati soprattutto in quelle istituzioni che si trovano nella parte alta della graduatoria e che hanno a che fare con il sapere scientifico e le loro applicazioni nella vita e nella formazione delle persone: la ricerca scientifica, gli ospedali, la scuola e l’università. Nonostante i numerosi problemi che caratterizzano la scuola italiana, proseguire gli studi fino all’istruzione terziaria può ancora fare la differenza. La sfida, però, è tutt’altro che vinta. C’è ancora molta strada da compiere nella direzione di un sistema di istruzione e formazione capace di intrecciare i propri programmi e saperi con i progetti dei giovani, che offre loro adeguati strumenti per leggere ed intervenire nella realtà, facendo fronte alle persistenti barriere di classe, ceto, genere o etnia per trovare la propria rotta di navigazione.

I GIOVANI E I SOCIAL

Rispetto all’uso dei social network, i Millennials italiani sono heavy rispetto alla presenza e alla frequenza di connessione che, almeno per le piattaforme più diffuse, registrano valori alti. Sono invece light rispetto a quanto emerge dall’analisi di percezioni, atteggiamenti, opinioni e comportamenti. I social sono anzitutto percepiti sotto il segno della ludicità o come luoghi di socialità. Chi decide di entrare nella loro rete lo fa in maniera tendenzialmente libera, senza cioè avvertire il peso di un conformismo o di un obbligo sociale determinato dal timore di rimanere esclusi dalle proprie cerchie relazionali.

COS’E’ L’OSSERVATORIO GIOVANI


Nel nostro Paese i giovani si trovano spesso al centro del dibattito pubblico per i più svariati motivi. Si avverte allora la necessità di punti di riferimento, e di strumenti che siano in grado di far luce sui bisogni e sui desideri delle nuove generazioni e sulla loro complessa realtà. L’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore dell’Università Cattolica, ha voluto raccogliere questa sfida. Ecco perché, quattro anni fa, ha realizzato in collaborazione con l’Ateneo e grazie al sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo, il primo Rapporto Giovani, la più estesa ricerca disponibile nel nostro paese sull’universo giovanile, fornendo dati comparabili a livello internazionale. Il Rapporto si è avvalso – e continua a farlo – della competenza del Laboratorio di Statistica dell’Università Cattolica e di Ipsos s.r.l. in qualità di partner esecutivo. I risultati dell’indagine sono raccolti in una pubblicazione annuale edita dall’editrice il Mulino (Bologna), giunta alla quarta edizione. La prima grande indagine quantitativa ha sondato i valori, le aspettative, i progetti dei giovani, la fiducia nelle istituzioni, il rapporto tra generazioni, il lavoro, la famiglia, la genitorialità, ed è stata realizzata su un campione di circa 9.000 individui tra i 18 e i 29 anni.