“Donne social? Buone pratiche in rete” è il titolo dell’incontro che si è tenuto alla Casa delle donne a Milano nel mese di maggio. Molto spesso si parla di donne come vittime della Rete – perché purtroppo ancora troppe volte lo sono –, ma in questa occasione si è voluto considerare le donne come utenti e protagoniste attive nelle comunicazioni sul Web, ascoltando direttamente la testimonianza di donne che hanno esperienza di pratiche positive sulla Rete. Tra gli interventi, quello di Cristina Pasqualini – ricercatrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo e docente di Sociologia dei fenomeni collettivi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – ha avuto come focus la generazione dei Millennials. Proprio nell’ambito del Rapporto Giovani, nel 2016 si è deciso di realizzare un approfondimento riguardante l’uso e consumo dei social network, intervistando 2182 giovani, nati tra il 1982 e il 1997. Nel suo intervento Pasqualini ha presentato i principali risultati emersi dalla ricerca, sottolineando, laddove evidenti e significative, le differenze di genere: account attivi per social network, pratiche relative ai social network, il significato di stare sui social e le trappole della rete (trolling, bufale, hate speech). Quello dei social network resta per la maggioranza dei giovani un utilizzo prevalentemente ludico e di intrattenimento, quando la Rete, nelle sue potenzialità, contempla anche altre funzioni e obiettivi, come l’impegno socio-politico e la costruzione di network funzionali anche al lavoro. È evidente che i social network fanno parte a tutti gli effetti della vita dei Millennials, in particolare delle giovani donne, non resta che farne un uso quanto più possibile virtuoso, responsabile e completo.