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Potrebbero essere i Millennials a salvare il sindacato? Con questa domanda si apre un’inchiesta pubblicata di recente da The Atlantic, la storica rivista statunitense. Negli Usa la rappresentanza sindacale registra minimi storici, soprattutto se consideriamo i dati relativi alla fascia più giovane. Stando ai dati diffusi dal Bureau of Labor Statistics per l’anno 2014, sul totale degli iscritti al sindacato solo il 4,5% è costituito da soggetti fra i 16 e i 24 anni. La percentuale sale al 9,5% per gli iscritti fra i 25 e i 34 anni.

Nell’articolo di The Atlantic, tuttavia, si segnalano una serie di iniziative spontanee che segnano una (possibile) inversione di tendenza.  Prima fra tutte, la decisione clamorosa da parte di Gawker Media – una media company leader nel campo dell’informazione online – che a giugno ha aderito a Writers Guild of America East, una union riservata ai professionisti delle cosiddette “industrie creative”.  Un esempio di questo tipo apre nuovi scenari per il futuro del sindacato, che si potrebbe rivolgersi a tutto quel mondo – così tipico della “generazione Millennials” – che racchiude professioni legate al digitale, ai media, alla grafica, al design…

Non solo, ciò che fa ben sperare è una nuova attitudine dei giovani nei confronti della rappresentanza sindacale. Al netto delle adesioni, infatti – che restano minime –, i Millennials americani mostrano di privilegiare proprio quei  valori che hanno fatto la storia del sindacato: più flessibilità sul lavoro, trasparenza, attenzione agli squilibri salariali. Da qui, l’idea che proprio una generazione così precaria possa essere quella che rifonda un’istituzione così “datata”, nata da un modo di lavorare completamente diverso.

E nel nostro Paese? Il problema più evidente, nel caso dell’Italia, è anzitutto la scarsissima attenzione dedicata a questa tematica. Com’è noto, non esistono cifre ufficiali per gli iscritti al sindacato: in base ai dati dichiarati dalle tre principali confederazioni (CGIL, CISL e UIL) per il 2014, siamo su un totale di circa 12 milioni di persone. Di queste, tuttavia, una buona parte sono pensionati, e sulla quota di giovani le cifre sono pressoché introvabili.

Nel frattempo, i media restituiscono una fotografia della situazione ormai nota: complici la crisi economica e un mondo del lavoro sempre più frammentato, la disaffezione dei giovani italiani nei confronti della rappresentanza sindacale tende a farsi sempre più forte. Per assurdo, insomma, la categoria più vulnerabile sembra essere anche quella più sfiduciata. E i segnali di ottimismo, per ora, restano pochi.