Il nostro paese, come spesso messo in evidenza nelle precedenti edizioni del Rapporto Giovani, presenta livelli tra i più alti in Europa di giovani nella condizione di Neet.

C’è una generazione che, in Italia, ha vissuto due lockdown invece di uno. Anzi, che metaforicamente viveva già in lockdown prima ancora che il Covid arrivasse a sconvolgere la quotidianità. È la generazione degli attuali under 35: bloccati in una lunga permanenza nella famiglia di origine, frenati nella realizzazione delle tappe di transizione alla vita adulta, con una mobilità sociale inceppata, ben prima della pandemia. Che impatto ha avuto su di loro l’epidemia? […]

Come emerge dal servizio de Il Corriere della Sera, l’appello viene dall’edizione 2021 del Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo di Milano, che dal 2013 analizza la condizione giovanile in Italia.
Lo studio ha riguardato un campione di 6mila giovani di età compresa fra i 18 e i 34 anni residenti in Italia, Regno Unito, Germania, Francia e Spagna. I risultati mettono in guardia: l’impatto economico e psicologico della pandemia rischia di essere particolarmente grave nel nostro Paese che, per quanto riguarda gli under 35, partiva da condizioni di maggior fragilità rispetto alla media europea.

In particolare il tasso di Neet (giovani che non studiano e non lavorano) tra i 25 e i 34 anni – fase della vita cruciale per i progetti di vita – era pari al 23 per cento nel 2008 all’ inizio della grande recessione e risultava pari a 28,9 per cento nel 2019 alla vigilia della pandemia (mentre la media Ue era pari al 17,4 per cento nel 2008 e al 17,3 per cento nel 2019). Ma quali sono i primi effetti di quel che è successo negli ultimi due anni? […]

Qui l’articolo completo su Il Corriere della Sera – mercoledì 21 settembre.