Franco Anelli, Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha partecipato al convegno La grande sfida italiana: riattivare le nuove generazioni per far crescere il paese”, tenutosi nella mattinata di mercoledì 5 novembre, portando i suoi saluti.

“Riattivare le nuove generazioni; non è una parola che si ritrovi tanto spesso e mi pare che sia stata efficacemente scelta- ha sottolineato lo stesso Anelli nel corso del suo discorso- questa idea di riattivazione da un lato sottintende un’accentuazione non positiva, esiste un’inattività in questo momento, e se c’è è giusto che ce ne facciamo carico: ci sono generazioni nuove, che sono energie, valori e ricchezze in potenza preziose che non sono sfruttate e che non sono messe nelle condizioni di dare alla collettività e a loro stessi quell’utilità e quei vantaggi che sono in grado di dispiegare.  Abbiamo una parte della popolazione che rinuncia, perché vi è costretta o perché non ci crede più, a completare la propria formazione, a munirsi di strumenti di conoscenza, che sono gli unici sui quali si può fondare”.

 

 

 

“Due giorni fa ero a una conferenza con il ministro Moavero sui rapporto Ue-Russia: chiamato in causa, il console tedesco ha difeso la politica finanziaria della Germania, dicendo che bisogna rispettare le regole, ma ha aggiunto anche un’altra cosa: “Noi non abbiamo materie prime, noi abbiamo il 25% di rinnovabile e acquistiamo e vendiamo tecnologia: la nostra maggiore risorsa sono le capacità della nostra popolazione”. Vale anche per noi, magari non saremo accreditati come i tedeschi per la tecnologia, ma lo siamo per la creatività, per la cultura: è su questi brand che dobbiamo puntare, dobbiamo quindi insistere nella formazione e nella cultura. In questo senso è particolarmente importante il progetto che oggi viene presentato, il Rapporto Giovani: non è un’indagine fatta in modo episodico, ma segue un’evoluzione e diventa un Osservatorio con carattere di permanenza. Un progetto estremamente importante per con0scere il fenomeno, capire le cause della disaffezione verso la propria formazione e anche verso se stessi. Bisogna dunque capire se e perché sbagliano, può anche essere che abbiano ragione loro”.