Secondo tradizione, la giornata di mercoledì 8 novembre 2017 si è aperta nella Basilica di Sant’Ambrogio con la concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, a cui ha rivolto il proprio saluto l’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori. In Aula Magna il discorso inaugurale del Magnifico Rettore Franco Anelli, il  e il saluto del Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori monsignor Mario Delpini hanno preceduto la prolusione del cardinal Ravasi. “Adamo, dove sei?”  è il tema della prolusione che il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha tenuto nell’aula magna dell’Università Cattolica per l’inaugurazione dell’anno accademico 2017/2018.

Ecco l’augurio dell’arcivescovo di Milano:

“Auguro alla università di essere cattolica perché corrisponde alla sua vocazione ad essere università, quindi percorso accademico che contribuisce con la proposta educativa, con il rigore delle verifiche, con la qualità dell’insegnamento alla formazione di uomini e donne in grado di affrontare le sfide della vita e le responsabilità professionali.

Auguro all’università di essere cattolica perché in ogni ambito di ricerca e di insegnamento il confronto con la tradizione del pensiero cristiano e con il magistero della Chiesa si riveli fecondo di bene, capace di interpretare le sfide culturali che si pongono oggi e di proporre una scienza amica dell’uomo e del suo futuro.

Auguro all’università di essere cattolica perché offre un ambiente università in cui si mette al centro la persona, il rispetto per la persona, la promozione della persona umana e perciò si trovino bene gli studenti, si trovino bene i docenti, si trovino bene le persone che prestano i servizi perché l’istituzione funzioni. Creare un ambiente universitario è compito e responsabilità di tutti in una alleanza tra le diverse componenti che sia rispettosa dei ruoli e insieme disponibile a una condivisione fraterna.

Auguro all’università di essere cattolica perché le sue procedure e le prestazioni professionali di tutti siano caratterizzate dalla onestà, dalla trasparenza, dalla generosità, dallo spirito di servizio.

Auguro all’università di essere cattolica perché pone a servizio della Chiesa italiana le sue risorse di pensiero, di persone, di proposta accademica, educativa, formativa. La Chiesa Italiana è una nozione un po’ vaga e non è così evidente come l’Università Cattolica sia apprezzata dalle diverse componenti della comunità cristiana cattolica presente in Italia.  È certo però che rappresenta una straordinaria possibilità di offrire strumenti per interpretare la realtà, per ripensare la tradizione cristiana e trarne inedite ricchezze, per approntare strumenti per orientare il futuro. La Chiesa Italiana che ha messo a tema la sfida educativa in questo decennio e che ha celebrato il Convegno Ecclesiale di Firenze alla ricerca del nuovo umanesimo attinge o dovrebbe attingere dall’istituzione accademica cattolica più articolata e organica preziosi contributi per evitare letture superficiali, impostazioni improvvisate, luoghi comuni, chiacchiere inconcludenti. Mi sembra che la proposta cristiana è elaborata e proposta con un rigore e con una discrezione che sono molto migliori di qualsiasi altra proposta o anche del nulla di proposta che talora sembra di raccogliere dalla cultura corrente. Ma non basta. Ai cristiani non basta di essere migliori di altri. I cristiani sono chiamati ad essere all’altezza della loro vocazione. Per questo auspico che il rapporto della UC con la Chiesa italiana sia valorizzato per affrontare le problematiche incombenti, per offrire documentazione adeguata, per dare supporto alle speranza e chiarezza intelligente ai passi verso il futuro”.