di Francesco Mattana
Il futuro appartiene ai giovani. Ma che succede se di giovani se ne vedono sempre meno?
Questa riflessione è valida soprattutto in Europa, continente in rapido invecchiamento e costretto a fronteggiare gravi sfide economiche.
La categoria dei millennials copre un arco anagrafico che va dai 18 ai 33 anni. Nel 2013 costituivano il 24% della popolazione adulta dell’Unione europea a 28 Stati.
Nel 2014, il Pew Research Center ha intervistato la popolazione di sette Paesi europei. In ciascuno di essi, i Millennials sono una minoranza della popolazione adulta – dal 28% dei polacchi ad appena il 19% degli italiani. In ogni Paese preso in esame, e nell’Unione europea nel suo complesso, le persone che hanno superato i 50 anni rappresentano una percentuale molto più alta della cittadinanza complessiva – 52% in Germania, 51% in Italia e 47% complessivo.
Tra i Paesi sondati, la Germania supera tutti coi suoi 14.680.000 millennials. In Grecia il numero è meno consistente: 2,2 milioni.
Questa generazione ha vissuto in Europa la stessa crisi economica partita in America nel 2008. La differenza sta in questo: nel Vecchio Continente siamo ancora in piena fase di “vacche magre”, viceversa nel Nuovo gli indicatori economici continuano ad aumentare.
Sempre secondo il sondaggio del Pew Research Center, appena un quinto degli europei è soddisfatto della situazione politica ed economica nei rispettivi Paesi. E i Millennials europei sono in linea con questo trend pessimistico: solo il 6% dei giovani greci e il 7% degli spagnoli si definisce soddisfatto.
Ma non tutti i giovani europei si struggono nella disperazione. Nel Nord Europa, dove l’impatto della crisi è stato più lieve, i giovani sono più allegri degli anziani.
Inoltre, la maggior parte dei Millennials europei è soddisfatta della propria vita. Quando viene chiesto loro di porsi in una scala dove dieci rappresenta la migliore vita possibile e lo zero rappresenta la peggiore, una media del 56% sostiene che attualmente si pongono tra il settimo e il decimo grado della scala.
I giovani tedeschi che vivono nell’economia più forte d’Europa sono i più soddisfatti; i giovani greci sono i meno felici. Comunque anche tra i greci la soddisfazione generale per come procede la vita è alta, nonostante l’economia continui a versare in cattive acque.
Per quanto riguarda invece le prospettive inerenti il futuro, tra i millennials europei c’è l’opinione comune che i bambini del futuro non vivranno meglio rispetto a quelli del passato. E su questo specifico punto, tra gli anziani alligna un pessimismo ancora maggiore. Anche in America la pensano allo stesso modo: solo il 37% dei millennials americani è convinto che le prossime generazioni avranno uno stile di vita migliore rispetto alle precedenti, mentre tra gli anziani c’è una speranza ancor più flebile.