“In Italia un’analisi di questo tipo sui giovani non è mai stata realizzata”. A dirlo è Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Srl, partner operativo dell’Istituto G. Toniolo nella rilevazone dei dati per il Rapporto Giovani.  Per Pagnoncelli l’indagine non vuole essere una semplice fotografia del mondo giovanile ma ha l’ambizione di fornire un’interpretazione diacronica del mondo dei giovani.

 

L’Intervista

Sul mondo dei giovani sono diverse le ricerche in atto. Il Rapporto Giovani in che cosa si distingue dalle altre e che valore aggiunto può dare alla conoscenza del mondo giovanile?

 

 Rapporto Giovani nasce dall’ambizione di fornire un’interpretazione che potremmo definire diacronica del mondo dei giovani. Non una semplice fotografia del qui ed ora ma un’osservazione di lungo periodo: un’analisi longitudinale della durata minima di 5 anni di un campione di ragazzi dai 18 ai 29 anni. Si è scelta questa fascia di età per cogliere, nel corso del tempo, tutti i più importanti passaggi biografici dei nostri ragazzi: dalla scelta di proseguire o meno negli studi all’ingresso nel mondo del lavoro; dall’abbandono della famiglia di origine alla nascita del primo figlio e così via.

I punti di forza sono molteplici, primo fra tutti l’imponente dimensione campionaria (9.000 ragazzi rappresentativi di tutti i giovani italiani in quella stessa fascia d’età). Il valore aggiunto di questa indagine risiede nel monitorare costantemente i cambiamenti di vita dandone una motivazione sia di tipo congiunturale che valoriale.

Non nego che questa rilevazione rappresenta anche una sfida complessa e inedita che Ipsos ha prontamente raccolto con la consapevolezza di doverla affrontare ai massimi livelli sia dal punto di vista metodologico che sotto l’aspetto organizzativo.

 

 Le analisi proposte, a partire dalle rilevazioni effettuate, saranno un utile strumento per intervenire con politiche giovanili ed educative a lungo termine. In che modo questa ricerca garantisce un risultato nel tempo?

 

 I risultati che stanno emergendo ed emergeranno nel corso dei prossimi anni saranno certamente utili per supportare o stimolare politiche giovanili a lungo termine. Questa la ragione della scelta della longitudinalità dell’analisi. E non solo. L’ingente dimensione campionaria, accompagnata dall’autorevolezza delle analisi effettuate dal team dell’Istituto Toniolo, consentono di scendere ad un livello di dettaglio per macro aree geografiche in modo da poter fornire risposte specifiche alle diversità regionali che da sempre caratterizzano il nostro Paese.

Ma ne vedo anche un’utilità decisamente più immediata: sfatare alcuni luoghi comuni che in questi ultimi anni stanno contribuendo a definire un’immagine forse eccessivamente distorta dei nostri ragazzi. Le interessanti analisi che il Professor Alessandro Rosina ha avuto modo di esporre, grazie all’osservazione del nostro campione di giovani, vanno esattamente in questa direzione. Il Professore sostiene fermamente che “il bollo di sfigati, mammoni e bamboccioni è decisamente troppo” è letteralmente “una beffa” che va ad aggravare la già difficile condizione dei giovani che, come dichiarano nella nostra indagine, sono “costretti” a tornare nella casa della famiglia d’origine a causa delle difficoltà economiche che non riescono a superare. L’indagine può quindi aiutare tutti ad avere un punto di vista meno stereotipo sui giovani.

 

In Italia manca da tempo un’analisi simile …

 

Credo proprio che si possa dire che in Italia un’analisi di questo tipo sui giovani non sia mai stata realizzata. Le rilevazioni dell’istituto IARD avevano intenti simili ma ormai l’ultimo rapporto pubblicato risale a qualche anno fa. Un’altra delle innovazioni apportate dall’analisi longitudinale è la costruzione di un panel all’interno del quale convogliano i 9.000 ragazzi intervistati. Il panel verrà interrogato periodicamente proprio per monitorare i cambiamenti dando loro una spiegazione.