Di Alessandro Rosina

 

Non ci sono più i giovani di una volta? In realtà non ci sono mai stati. Si è giovani sempre in modo diverso rispetto alla generazione dei padri e delle madri, a volte in modo molto diverso. Più che identificare una categoria di persone, la giovinezza è una fase della vita che ciascuna generazione reinterpreta in modo unico e irripetibile, in base ai vincoli e alle opportunità del proprio tempo.

Alla base del concetto di generazione sta l’affinità di collocazione di suoi appartenenti, in particolare l’essere nati nello stesso intervallo limitato di anni e quindi l’essere cresciuti condividendo alla medesima età gli influssi degli eventi storici e del clima sociale della propria epoca e avendo davanti le sfide comuni del proprio tempo. Studiare il cambiamento sociale con una prospettiva generazionale è ancora più importante in questa epoca di forte accelerazione prodotta dalla globalizzazione, dall’innovazione tecnologica, dalle trasformazioni demografiche.

 

Sotto l’influsso di tali grandi mutamenti chi è giovane oggi vive quindi in modo diverso la sua condizione rispetto alla generazione dei propri genitori. Sono in grande ridefinizione le stesse tappe della transizione alla vita adulta, non solo come e quando vengono vissute ma anche interpretate. Gli eventi chiave continuano a essere la fine degli studi, l’ingresso nel mondo del lavoro, l’uscita dalla casa dei genitori, la formazione di una unione stabile di coppia, fino a diventare a propria volta genitori, punta più avanzata di un percorso di acquisizione progressiva degli impegni e delle responsabilità della condizione adulta.

 

Fino agli anni ’70 del secolo scorso la sequenza di tali eventi era predefinita e in grande maggioranza il percorso di conquista dell’autonomia della famiglia di origine veniva realizzato prima dei 25 anni per le donne e poco dopo per gli uomini, quasi sempre in concomitanza con il matrimonio. Ora non è più così. Le varie tappe risultano sempre più spostate in avanti e la sequenza degli eventi è sempre meno rigida. 

 

L’elevato tasso di cambiamento e grado di complessità che caratterizza le società moderne avanzate proietta i giovani in un contesto di incertezza, riguardo a rischi e implicazioni delle proprie azioni, mai sperimentato dalle generazioni precedenti. L’incertezza costituisce un vincolo importante all’interno dei processi decisionali. Se da un lato i giovani adulti hanno sempre più il desiderio e l’opportunità di costituire in modo creativo e strategico il loro percorso di vita, potendo comunque scegliere tra alternative strutturalmente determinate, dall’altro, però, complessità e incertezza tendono a rendere i giovani particolarmente prudenti nel  prendere decisioni definitive.

 

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Le nuove generazioni italiane trovano più difficoltà, sia rispetto al passato sia relativamente ai coetanei degli altri paesi, nel conquistare una propria autonomia dalla famiglia di origine e nel realizzare le condizioni di formarne una propria. Questo evidentemente accentua ulteriormente, in prospettiva, la bassa natalità e quindi anche l’invecchiamento. Le difficoltà di stabilizzazione occupazionale e di adeguata remunerazione producono anche una grave perdita di fiducia da parte dei giovani, in primis verso la società, che non offre loro spazio e non li valorizza, ma poi anche verso se stessi e le proprie capacità. Con l’esito di incentivare la strategia di uscita verso l’estero o a rivedere al ribasso le proprie aspettative, a dar di meno rispetto a quanto potrebbero lasciando in larga parte sepolti i loro talenti.

 

Un paese che vuole promuovere le competenze e le capacità delle nuove generazioni- al fine di metterle al servizio di un solido modello di crescita e di sviluppo- ha bisogno prima di tutto di conoscerne le specificità e caratteristiche. Per dare risposte adeguate bisogna ascoltare con attenzione le domande che in modo autentico partono dai giovani.

 

Da un lato c’è quindi una questione sempre più centrale per lo sviluppo del paese e per la sua coesione sociale, che riguarda la difficoltà a mettere in piena funzione il potenziale delle nuove generazioni, dall’altro abbiamo una carenza di informazioni adeguate per indagare in modo approfondito e dettagliato la loro realtà e i cambiamenti in atto.