In Italia la maggioranza dei giovani (51 per cento) sotto i 40 anni è pronta ad espatriare per motivi di lavoro, mentre il 64 per cento è disponibile a cambiare città. Questo il dato emerso dalla prima analisi Coldiretti/Swg su “I giovani e la crisi”, presentata all’Assemblea di Giovani Impresa Coldiretti alla vigilia della presentazione del piano giovani del Governo. La disponibilità a lasciare il nostro paese riguarda dunque sia gli studenti (59 per cento) che i disoccupati (53 per cento), ma anche coloro che hanno già un lavoro (47 per cento). Questo perché il 73 per cento dei giovani ritiene che l’Italia non possa offrire un futuro contro il 20 per cento che ha invece una visione positiva, in quanto ritiene che gli italiani abbiano le competenze e creatività per uscire dalla crisi e che il Made in Italy sia simbolo di qualità in tutto il mondo.

 

Un dato, quello scaturito dall’analisi Coldiretti/Swg, in linea con quello emerso dall’indagine “Rapporto Giovani“, secondo cui  quasi il 50% dei giovani (48,9%) è pronto ad andare all’estero per migliorare le proprie opportunità di lavoro. Solo meno del 20% non è disposto a trasferirsi. E i più propensi a muoversi oltre confini sono i giovani del Nord (si sale oltre il 52%) e di sesso maschile (oltre la metà dei maschi contro un terzo delle ragazze).

 

Dall’analisi dell’organizzazione che riunisce gli imprenditori agricoli italiani sono scaturite anche alcune richieste dei giovani al mondo della politica : il 73 per cento dei giovani chiede, infatti, che venga inserito l’obbligo di una quota giovani per le assunzioni in aziende pubbliche e private: una richiesta sostenuta più dalle donne (78 per cento), che dai maschi (68 per cento). Per favorire la “staffetta generazionale” ben l’86 per cento dei giovani chiede inoltre la fissazione di un limite di età per lo svolgimento di incarichi parlamentari, in amministrazioni pubbliche e in aziende pubbliche.

 

Per il 50 per cento dei giovani italiani tale limite dovrebbe essere fissato a non più di 60 anni, ma uno zoccolo duro del 26 per cento chiede addirittura che l’età del “pensionamento” sia fissata a 55 anni per liberare posti di lavoro. Un atteggiamento che tuttavia  non si traduce in una mancanza di fiducia nei confronti degli italiani di età avanzata, tanto che il 37 per cento dei giovani comprerebbe una automobile da una persona di mezza età e il 20 per cento da una persona anziana.