Si tratta di tantissimi giovani appartenenti alla generazione dei Millennials che, se da una parte si dimostrano pronti all’accoglienza dei migranti e a svolgere attività di volontariato, dall’altra sono impegnati e preoccupati dalla necessità di rimettere insieme le tre F della loro vita: fare, felicità e futuro.

Un obiettivo importante che deve fare i conti, almeno in Italia, con la realtà di un Paese fra i meno attenti e meno attivi alla costruzione del futuro dei giovani: infatti, iI 91% degli italiani tra i 18 e i 32 anni concorda (molto o abbastanza) nel ritenere il lavoro come uno strumento diretto a procurare reddito, cruciale per affrontare il futuro (88%) e per costruirsi una vita familiare (87,5%). Un po’ più bassa la quota di chi lo considera soprattutto come modalità di autorealizzazione (85%).

Questi sono i dati rilevati dal Rapporto giovani promosso dall’Istituto Toniolo.

 

 

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Mentre in Italia 3 intervistati su 4 ritengono che nel proprio Paese le opportunità offerte siano inferiori rispetto alla media degli altri paesi sviluppati, si scende a meno di 2 su 3 in Spagna, a meno di 1 su 5 in Francia e Gran Bretagna, e meno di 1 su 10 in Germania. L’Italia è anche una delle nazioni in cui maggiore è la propensione ad andare all’estero per cogliere migliori opportunità di lavoro.

Sono pronti a costruire una loro famiglia?

Dal confronto con il loro coetanei europei, infatti, emerge che per i giovani italiani le tappe per la transizione allo stato adulto dall’autonomia dai genitori fino alla formazione di una propria famiglia e alla nascita del primo figlio – sono più dilatate nel tempo rispetto ai coetanei europei. L’età media di uscita dalla famiglia di origine è attorno ai 30 anni nel nostro paese, mentre è inferiore ai 25 nei paesi scandinavi, in Francia, Germania e Regno Unito.

 

Hanno fiducia nelle Istituzioni?

Quando ai giovani si domanda il loro grado di fiducia verso le istituzioni le risposte sono decisamente orientate al pessimismo: prevale il disincanto, il senso di distacco e di lontananza. Le risposte date dai giovani in merito alla figura di Papa Francesco sono invece di segno opposto. Per più del 90% di loro è una persona di grandi capacità comunicative, che suscita simpatia (80%) e ispira fiducia (70%)e lo ritengono un riferimento credibile, capace di contribuire a un deciso rinnovamento nel mondo ecclesiale e di fornire strumenti per guardare al futuro con meno incertezza e preoccupazione.

 

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Accoglierebbero un profugo?

A tale proposito sempre dal Rapporto Giovani del Toniolo emerge che il 40% dei giovani italiani è convinto che sia giusto accogliere solo i profughi che raggiungono il nostro Paese. Questa percentuale sale al 64% se si considerano anche i ragazzi che sono convinti che sia necessario accogliere tutti. Su questo tema i dati dell’Istituto Toniolo sono stati confrontati con quelli dei giovani di altre nazioni europee, evidenziando che per il 51% dei giovani tedeschi è giusto accogliere solo i profughi; per il 39% dei giovani francesi è giusto accogliere solo i rifugiati; i ragazzi inglesi propensi all’accoglienza dei profughi sono al 34%; i ragazzi spagnoli sono d’accordo nell’accogliere solo i rifugiati al 30%.

 

Leggi cosa dicono i media dell’indagine del Rapporto Giovani sui giovani della GMG