Dal Rapporto Giovani emerge «un quadro del mondo giovanile meno fosco di quanto non si voglia far credere in cui restano alti gli ideali di vita, l’attaccamento alla famiglia, la ricerca di relazioni autentiche, la disponibilità a mettersi in gioco per affrontare l’attuale momento di crisi economica e del lavoro. Viene alla luce una grande potenzialità fatta di disponibilità ad intraprendere strade nuove, a mettersi in gioco fin da ora: dal presente per costruire un futuro migliore»

Sono le parole dell’ Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, presidente dell’ Istituto Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica, pronunciate questa mattina, nella sede dell’Ateneo, in occasione del convegno Con i giovani protagonisti del futuro”, organizzato dall’ Istituto Giuseppe Toniolo, in preparazione della 90esima Giornata per l’Università Cattolica (domenica 4 maggio 2014 – www.giornatauniversitacattolica.it).

«Davanti ad un simile profilo il compito di una istituzione educativa come l’Università Cattolica – ha aggiunto Scola – è quello di affiancare i giovani proponendosi come ambiente familiare e capace di fornire le competenze necessarie a diradare le nubi che si addensano sul loro futuro professionale senza perdere di vista la loro compiuta realizzazione personale».

La mattinata è stata aperta da Franco Anelli, Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da monsignor Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale«In continuità con le finalità perseguite da Padre Agostino Gemelli – ha aggiunto Scola – e dai suoi collaboratori, l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha registrato una costante crescita fino ad essere annoverata tra le più prestigiose istituzioni accademiche del Paese e a raggiungere il primato tra le Università Cattoliche in Europa. Questo successo non è casuale e deriva da una molteplicità di fattori. Il più significativo dei quali è certamente da attribuirsi alla sua originale proposta educativa. Originale perché “origina”, cioè scaturisce da una peculiare visione della persona umana colta nell’insieme delle sue dimensioni costitutive. Fin dal suo inizio l’Università Cattolica infatti non si è limitata ad una qualificata formazione accademica, ma si è posta come un ambito educativo, ossia di crescita integrale della persona».

Compito e l’impegno dell’Istituto Toniolo «è quello di sostenere studenti, ricercatori, docenti, personale addetto, in una parola la communitas universitaria in questa integrale prospettiva educativa – ha proseguito Scola -. Al cuore di questa proposta educativa, come ci ricorda Papa Francesco nel Primo capitolo dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, sta la testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo, come verità vivente che avvicina la libertà dell’uomo. Le inestirpabili domande circa il senso e il destino della propria vita non possono in Università restare marginali ma debbono attraversare ogni insegnamento e disciplina, ovviamente nel rispetto del loro statuto proprio».

La sessione mattutina è stata dedicata proprio al Rapporto Giovani (www.rapportogiovani.it), la ricerca che, con la collaborazione dell’Università Cattolica e il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, il Toniolo ha avviato nel 2012, su un campione iniziale di 9000 giovani fra i 18 e i 29 anni, della durata di cinque anni. Sono intervenuti Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale e curatore della ricerca, (“ Caratteristiche e aspettative delle nuove generazioni: i dati del Rapporto Giovani”), quindi hanno preso la parola i curatori della ricerca Elena Marta (“La transizione all’età adulta tra legami familiari e legami sociali”), Pierpaolo Triani (“ Giovani e fiducia: la dimensione personale e istituzionale”), Rita Bichi (“ Giovani e partecipazione: i motivi di una distanza”).

Cosa emerge dal Rapporto Giovani?

L’85% degli intervistati vorrebbe essere autonomo per mettersi alla prova con stesso, il 57% per non sentirsi più un peso per la famiglia, ma il 70% dei giovani, dopo un periodo fuori casa (per studio o per lavoro), torna dai genitori. Il millennial italiano, pur di lavorare, per il 47% dei casi si adegua ad una retribuzione insoddisfacente e i l 46,5% si adatta a svolgere una attività non pienamente coerente con proprio percorso di studi. Un dato della ricerca ha particolarmente colpito il cardinale Scola, che lo «ha “ferito” per la componente di giudizio su quanto non riusciamo a trasmettere alle nuove generazioni. Mi riferisco alla costatazione della «prevalenza delle posizioni “sospettose” (58,9%) rispetto a quelle “fiduciose” (41,1%)» nei confronti delle persone; e al prevalere dei «“pessimisti moderati” (48,1 %)» riguardo al futuro, i quali insieme ai «“pessimisti” (23,1 %)» risultano essere una grande maggioranza. I dati ci parlano dunque di una generazione “moderatamente disincantata”. L’incremento del fenomeno dei cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training) costituisce forse in questo senso un segnale significativo». E rispetto all’Unione Europea, il giudizio dei giovani, secondo quanto emerge dall’indagine, risulta meno negativo rispetto a quello dato verso le istituzioni nazionali dell’Italia. Se infatti alla richiesta di assegnare un voto da 1 a 10, la maggioranza boccia sia i partiti che il Parlamento italiano, “solo” il 44% dà un’insufficienza all’operato della Ue.

Ha chiuso i lavori della mattinata mons. Guy-Réal Thivierge, segretario generale della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche e direttore del Centro di coordinamento e ricerca (Parigi). Il pomeriggio si è concentrato incentrato sul progetto culturale dell’Università Cattolica