Tanguy 2
Un’immagine tratta dal film “Tanguy”, storia di un figlio che non ne vuole sapere di lasciare la casa dei genitori

Il copyright va all’ex ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, che nel 2007 coniò l’appellativo “bamboccioni”. Nelle intenzioni doveva essere un’espressione ironica, rivolta ai giovani italiani più restii ad abbandonare il tetto materno, ma la polemica fu immediata. Giovani (e sostenitori) avevano dalla loro un buon numero di argomenti: dal precariato alla disoccupazione giovanile, passando per la ritrosia delle banche a concedere mutui senza determinate garanzie. Da allora l’epiteto di “bamboccioni” non ha mai abbandonato i giovani della Penisola, anche in virtù di statistiche non proprio brillanti. Secondo i dati diffusi da Eurostat, nel 2013 la percentuale di italiani – fra i 18 e i 34 anni – che viveva con i genitori era pari al 65,8%. Quasi 18 punti in più della media europea (che si attesta al 48,2%), e addirittura il doppio di Paesi come la Francia e il Regno Unito (entrambi al 34,2%).

Se dunque lo stereotipo dell’italiano mammone resta difficile da scalfire, un’indagine da oltreoceano dimostra che la tendenza sta prendendo piede. Uno studio condotto dal Pew Research Center sui giovani americani, infatti, incrina (di poco) il mito dell’indipendenza anglosassone. Lo scenario è questo: pur trovandosi in una fase positiva per il mercato del lavoro, i giovani americani fra i 18 e i 34 anni sono meno propensi a costruirsi un nucleo familiare autonomo di quanto lo fossero negli anni più duri della crisi. Secondo i dati raccolti dal Pew Research Center, infatti, nel primo trimestre 2015 i giovani che avevano lasciato la casa dei genitori risultavano essere circa 42,2 milioni: nel 2007 erano 42,7.

In questo lasso di tempo, il numero di soggetti ancora legati al tetto materno è salito dal 24% al 26%. L’aumento è legato indubbiamente alle conseguenze della crisi economica, ma se guardiamo alla situazione attuale troviamo un quadro ben diverso, che dovrebbe (in teoria) invertire la tendenza. Negli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione per i giovani fra il 18 e i 34 anni è calato dal 2010 al primo trimestre 2015 di quasi cinque punti: dal 12,4% al 7,7%. Rispetto al 2010, inoltre, gli impieghi a tempo pieno sono cresciuti, e così anche gli stipendi (dai 547 dollari settimanali del 2012 si è passati ai 574 dollari attuali).

Eppure, nonostante il quadro economico favorevole e l’aumento dei giovani compresi in questa fascia d’età, i Millennials americani preferiscono restare a casa con mamma e papà. Rispetto agli anni pre-crisi, non solo il numero dei giovani “autonomi” non è aumentato, ma non arriva neppure ai livelli di allora: nel 2007 erano 25,2 milioni, oggi sono 200mila in meno. E se tra i sociologi serpeggia preoccupazione, il più allarmato è ancora il settore immobiliare.

Leggi lo studio completo